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venerdì 30 gennaio 2015

Voce del verbo STARE

Ho iniziato una dieta, la dieta dell'applicazione MELAROSSA che ho scaricato nel cellulare e che ha elaborato una dieta ad hoc per me che mi consentirà di perdere 5 kg in un mese e mezzo.

Ho iniziato da circa 10 giorni e ho già perso il primo chilo.

Fare la dieta mi sta facendo molto bene perché finalmente sto evitando caramelle e zuccheri che in ufficio mangio in gran quantità non fosse altro che per stemperare lo stress.
Oltre a questo sto evitando anche i grassi e ho una dieta varia e completa anche se preferirei mangiare meno carne che invece la scorsa settimana ho dovuto mangiare 3 volte.
Per questa settimana è prevista 2 volte e mi pare vada meglio anche se è molto difficile mangiare sempre quello che indica la dieta e non ciò di cui avrei voglia.

Per esempio, questa sera ho mangiato 120 grammi di prosciutto crudo, 200 grammi di spinaci cotti con mezzo cucchiaio d'olio e 40 grammi di pane integrale ma io sognavo una minestrina con un brodo leggero e qualche farfallina dentro, per coccolarmi un po' che ne ho bisogno.

Non è facile "adeguarsi". La dieta prevede minime sostituzioni ma certo il prosciutto non può essere sostituito da un brodino caldo...
Insomma, seguire questa dieta è facile perché non ho mai fame e mi fa sentire in forma ma è difficile perché vieta di mangiare ciò che si desidera.
si, insomma, è così che funzionano le diete in effetti.

Comunque, io sono ripartita dalla dieta perché mi sembra che in qualche modo consenta di depurarmi e perché di certo con cinque kg in meno mi sentirò più in forma.

A breve andrò dal dentista perché voglio mettere l'apparecchio ai denti. Lo desidero da molto tempo e spero che il prezzo che mi preventiverà non sarà troppo oneroso, mi dispiacerebbe molto non farcela a sistemare questi brutti dentoni.
Io non so se 41 anni siano una buona età per mettere l'apparecchio... forse dovrò portarlo per 4 o 5 anni e mi ritroverò quasi cinquantenne e a quel punto non so se passerò già alla dentiera...

Sta di fatto che ora il focus sono io che davvero mi sono trascurata per anni.

Poi c'è il discorso tempo. Io mi alzo al mattino con la litania che mi accompagna tutto il giorno: DAI!

Al mattino è tutto un Dai Virginia! Dai! Andiamo! e nell'incitare lei incito anche me che inizio a correre... Dai vestiti in fretta! Dai sbrigati con 'sta colazione! Dai che usciamo, muoviti! MUOVITIIII!

E così iniziamo a correre, lei e io. Lei perde tempo che poi non fa altro che prendersi il tempo di fare le cose e io corro, le sto insegnando ciò che non vorrei, a correre e passare attraverso il tempo invece di viverlo. Ma non riesco a trovare un'alternativa.
Corro e corro e corro e quando torno a prenderla è di nuovo tutto un Dai, Dai, Dai.
anche se non abbbiamo appuntamenti devo tornare subito a casa per sistemare questo o quello, poi anche per giocare con lei ma il tempo vola e devo preparare la cena, e lavarla e mi ritrovo alle 21.30 che la giornata è volata di corsa e io non ho avuto il tempo di camminare con calma da qui a lì, io ho solo corso.

Mi piacerebbe avere il tempo, fare le cose con calma, con il tempo per farle. Fermarmi ad aspettare che l'acqua bolla, che qualcuno finisca di fare qualcosa per poi farla io, di osservare e ragionare, di fermarmi imbambolata perché penso.
Vorrei avere il tempo di non fare niente o di fare qualcosa di affatto materiale come pensare o distrarmi.

Invece passo le giornate concentrata in qualcosa, impegnatissima in qualcosa.

E tutto questo per me è troppo, ho bisogno di smettere con i Dai! e di iniziare con i: Che bello siamo qui! Verbi STARE o ESSERE e non ANDARE.


Non so se e come ci lavorerò ma so che è ciò che desidero, STARE e non ANDARE. Stono stufa di andare, vorrei per un po' dire: Sono arrivata.





martedì 20 gennaio 2015

l'osso

Dove mi ero lasciata?
Quando mi sono persa?

Mi sono persa subito, due anni fa, appena mi ero ritrovata.
In sostanza, dopo avere finalmente raggiunto mia figlia ho avuto l'illusione di potere finalmente iniziare la vita che desideravo, una vita con IL TEMPO, il tempo per viverla.
Ma avevo sottovalutato l'impegno che l'università mi ha richiesto.

L'ho fatto per un preconcetto, ovvero che, essendo ormai alla fine dei miei studi, avrei "fatto in fretta". E invece non è avvenuto così, gli ultimi due esami sono stati terribili e non è il caso di tornarci sopra e per la tesi ho impiegato un anno impegnandomi in modo costante prima a leggere tutta quella cinquantina di libri, poi a scriverla ed, in ultimo, a viverla perché è una tesi di museologia e io sono andata a vedere i musei di cui parlavo, per coerenza, per necessità e per interesse perché alla fine la mia tesi mi ha conquistata e adesso la amo.

E così mi sono persa. Completamente persa in un mare di libri, di impegni, di corse.
Ho cercato di vivere mia figlia ma io mi sono completamente persa.

Potrei fare l'elenco di come vorrei essere ma non lo farò per non smentirmi, ma almeno vorrei che questo cuore iniziasse a battere più lentamente per potere gustare gli attimi, o almeno viverli.
Vorrei dimenticare quei momenti sulla spiaggia a studiare ,sia l'anno scorso in quella poltroncina, che quest'anno con il cappello di paglia che schermava il video da cui cercavo di carpire nozioni per scrivere un capitolo della tesi. Vorrei dimenticare quella immane fatica di scrivere ancora un capoverso alle undici di sera con la cervicale per via della posizione scomoda in questo pc non adatto e con gli occhi doloranti dopo una giornata già trascorsa davanti al pc. Vorrei dimenticare quelle passeggiate perse in primavera con mio marito che usciva con la bimba e con i cani e io nel balcone con quel tablet e quella tastiera che in realtà non hanno mai funzionato.

Vorrei dimenticare perché ho bisogno di vivere, vivere la vita, semplicemente, senza la fatica di un grande obbiettivo da raggiungere.


Quando ero ragazzina avevo appeso in camera un foglietto con una frase che sa di spot adolescenziale: don't stop, never stop, even when you reach the top.
una frase utile quando si è adolescenti che si vive di slogan e che tante volte ho pensato essere così sciocca.
ma a distanza di anni mi rendo conto di quanto invece si sia radicata in me perché io, semplicemente, non mollo mai.
mi attacco ai miei sogni come un cane al suo osso e non mollo, non mollo, anche quando mi strattonano per staccarmi, anche a costo di dormire con un occhio aperto per sorvegliarlo, anche quando ho fame e vorrei mangiare altro: io difendo il mio osso e non mollo.

Non mollo anche a costo di perdermi.



Ora devo riiniziare da me. Questa volta davvero devo riiniziare da me.
Devo ritrovarmi, devo vivere, devo dare il tempo alla vita di svolgersi guardandola e non attaccandola.
Niente più ossi su cui accanirsi, solo ossi da potere lasciare andare all'occorenza, che è poi la prima regola della vita: lasciare andare.

giovedì 15 gennaio 2015

nuotare

Certe volte, quando sono al lavoro, ho l'impressione di affogare in un mare di merda.
Proprio così, mi sento soffocare e mi sembra che la testa giri sempre più forte fino a che non sverrò. Non svengo mai e trovo sempre un filo d'aria.

Non mi piace parlare del mio lavoro in questo blog ma in questo periodo non riesco a trovare un minimo di equilibrio e letteralmente soccombo fino a provare la sensazione descritta al principio di questo post.

Devo ASSOLUTAMENTE rasserenarmi perché questo stato d'animo non porta da nessuna parte.

Da una vita cerco di essere una persona serena e da una vita mi rendo conto di quanto forse proprio il lavoro contribuisca a non rendermi tale. Lavorare stanca, infatti. Nel mio caso, in questo periodo, mi opprime.

Non voglio proprio entrare nel merito su quanto sia una mia sensazione o quanto sia davvero una situazione difficile, comunque sta di fatto che oggi mi sono ritrovata ad andare a prendere la mia piccola che ancora in macchina parlavo con un collega circa una certa pratica e quando sono uscita dall'auto e sono di fatto entrata in asilo mi è sembrato di togliere di dosso una pelliccia pesantissima e di respirare anche se ormai ero sfinita da quel peso tenuto tutto il giorno.

Parte tutto da me e mi rendo conto, a 41 anni, che la ricerca verso la serenità e l'armonia fanno davvero parte di un percorso lungo e faticoso, almeno per me che ho tempi di reazione per ciò che tocca una qualsiasi delle corde del mio essere pari a meno di un millisecondo e quello che sento nel cuore esce dalla mia bocca ancora in meno tempo.

Bisogna cambiare, bisogna cambiare.

Io voglio essere una donna diversa, serena e libera, voglio trovarmi in un mare di merda e neanche accorgermene,voglio emanare quiete ed invece emano nervoso.
Devo cambiare.

Avevo deciso tempo fa di iniziare un corso di Thai Chi e credo che lo farò. Certo devo iniziare con il capire come si scrive: tai ci, thai chi, ... vado a vedere... ecco TAI CHI.
Vorrei iscrivermi ad un corso di tai chi.

Elenco di ciò che vorrei fare:
un corso per imparare a lavorare a maglia;
un corso di tai chi;
fare le marmellate e le conserve;
preparare più torte;
preparare libri fotografici;
leggere, leggere, leggere.
stare all'aria aperta.

Prima di tutto: vivere mia figlia.

in effetti, posso fare tutto quanto indicato, perché ho ricevuto questa email:

Gentile "plotina",
ho ancora rivisto il pdf della sua tesi, va tutto bene, quindi proceda.
Un saluto cordiale


E quindi mi sono iscritta alla prossima sessione di laurea, e quindi ho finito.
e quindi posso riiniziare.



martedì 6 gennaio 2015

di Natale e Compleanno e Paura e Rabbia.

Domani riinizia la scuola e noi abbiamo quasi teminato con le feste, festicciole, festone...
"Quasi" perché sabato festeggeremo il quarto compleanno di nostra figlia.

Per rendere l'idea del grado di amore che sentiamo nei confronti di questa nostra piccoletta racconto che il 2 gennaio, effettivo giorno del suo compleanno, abbiamo festeggiato 3 volte!
Io ho preso un giorno di ferie e, a pranzo,è venuta a trovarci l'amica/collega che aveva trascorso con noi la settimana di vacanza in Puglia. Mia figlia non la vedeva da questa estate e quindi le abbiamo fatto una sorpresa dicendole che era arrivata direttamente dalla Puglia per lei (...).
La pausa pranzo è durata solo un'ora scarsa ma intanto le abbiamo fatto la sorpresa, scartato alcuni regali e soffiato le candeline ed era stra felice di vedere la mia amica!

Al pomeriggio arrivavano due sue amichette a fare merenda con lei e quindi abbiamo di nuovo festeggiato ed aperto altri regali arrivati dalle bimbe.
In ultimo, alla sera, abbiamo di nuovo acceso le candeline, spento la luce e cantato "tanti auguri a te" solo io e mio marito quando abbiamo consegnato il nostro regalo ufficiale (quello che mio marito definisce la "frankestein head" ovvero una testa da truccare e pettinare che ovviamente lei adora!).

Tutto questo non è che la premessa perché questa domenica ci aspetta la festa vera e propria, quella in cui sono invitate le sue migliori amichette dell'asilo, il suo "pseudo" fidanzato che ammetto di avere fatto di tutto per non invitare non fosse altro perché temo che tutte quelle femmine scalmanate lo facciano soccombere, e zii, nonni, cuginetti tutti, per un totale di circa 40 persone che forse sono di più ma mi rifiuto di contare oltre tale cifra.

L'unica cosa che mi rincuora di tutto questo è sapere che lei non ci ha capito niente e non può ancora essere influenzata da una tale smania di festeggiamenti che, in questo caso, appagano solo l'inesauribile desiderio mio e di mio marito di festeggiarla!
in pratica, essendo letteralmente innamorati di lei, impazziamo dalla gioia di festeggiarla!
quindi continuiamo a farlo.

C'è da ridere perché davvero non vale la pena piangerci su...abbiamo già fatto ammenda e il prossimo anno, per non renderla una bimba eccessivamente egocentrica (perché un limite c'è a tutto), ci limiteremo a qualcosa di molto semplice e almeno ad un solo festeggiamento... ma ammetto che al momento ci siamo divertiti un bel po'!

La festa di domenica ci pesa e non poco e visto come sono andate le cose con tutti 'sti auguri potevamo evitarla ma ormai ci sarà per cui tanto vale farne qualcosa di divertente.

Oggi abbiamo preparato i bigliettini di invito per le sue amichette (che sono comunque già tutte avvertite) e in qualche modo ho pensato a cosa preparare e a come organizzarci. Speriamo solo che il locale in cui andremo ci dia disponibilità per alllestire e per pulire in giorni diversi che la domenica altrimenti diventa davvero troppo stressante...

Per il resto, questi giorni di feste sono trascorsi molto velocemente e questo non mi dispiace perchè tutte queste feste e auguri e convenevoli sono stati pesanti.
Quest'anno più che mai ho avuto la sensazione che mi sfuggisse letteralmente il senso di nuovo inizio del Natale e del nuovo anno.

Il Natale è davvero una bella festa cristiana, una festa che ha un'essenza profonda e unica, un momento di vero rinnovamento e di vero amore, l'essenza di una cultura millenaria che ha in sé qualcosa di molto positivo. E tutto questo, per me, è completamente sfumato fra cotechini e negozi, fra auguri insensati e regali obbligati.
Dove si è nascosto il Natale?
Non era neanche nella gioia di mia figlia nello scartare i regali (per fortuna non troppi), nel nostro divertimento a prepararle la "scena natalizia" con tanto di latte bevuto da Babbo Natale e regali predisposti in modo da stupirla, non era nei centomila pranzi e cene, in quei pochi regali fatti con Amore.
Non era proprio lì o per lo meno io non l'ho trovato, neanche per un istante.

Il Natale avrebbe dovuto essere in qualche momento di vera concentrazione e di vero rinnovamento, in qualche momento in cui sarei dovuta riuscire (o "avrei dovuto riuscire?") a toccare le corde più profonde di me stesse e fare il punto di quello che sono, quello che ho, quello che mi circonda e quello che Amo. perché ciò che più mi piace della religione cristina è il messaggio di amore pure che trasmette Cristo e questo senza tutti i fronzoli di millenni di insane interpretazioni.
L'essenza di Dio, Di Io.

Insomma, in assoluto uno dei Natali più lontani dal Natale che io abbia mai vissuto.

Bisogna rifare tutto, partendo da me stessa e finendo in me stessa.

Quest'anno non è stato l'anno che avrei voluto perché ho corso troppo per quello che vorrei e ho vissuto poco per come vorrei. La io che sono ha bisogno di più tempo e più calma.
Troppo mi ha sovrastata.

La colpa è mia perché non ho saputo dire "no" e perché non ho saputo dire "basta", e della vita che come sempre ha dei tempi che non si possono sempre comandare.
Il lavoro è stato un aspetto molto negativo perché invece di fermarmi a trovare il mio tempo e le mie soluzioni, sono stata sovrastata da corse e pazzi e lazzi che non portano da nessuna parte perché poi le cose si risolvono sempre e solo con la calma e il ragionamento. Si tende all'isteria e io che sono una che magari sbraita alla fine sono più riflessiva di chi cavalca l'onda di soluzioni immediate e raffazzonate, di distrazioni, di approssimazione. Non si fa niente per riuscire a fare tutto.
Uno schifo a cui io voglio dire no perché io non sono così e perché sono davvero convinta che non sia una soluzione.
Il prossimo anno io dirò NO.

L'università che mi sta stretta ed è sempre lì come punto centrale e focale dei miei ragionamenti. Sono in balia di un cenno da parte della professoressa e con calcolo quasi maniacale sono arrivata a decidere che giovedi le scriverò una email che ho già composto centomila volte nella mia testa per chiederle un'udienza per correggere ciò che temo avrà annotato dopo la sua "attenta lettura della tesi" ma, soprattutto, per avere il suo nulla osta ad iscrivermi alla sezione straordinaria di discussione della tesi (di marzo) visto che posso farlo solo dal 12 al 19 gennaio e attendo questa data contando i minuti e i secondi.
Non c'è niente da fare con l'università, la tesi mi ha sovrastato, il mio anno è dipeso dalla tesi e i miei post precedenti lo dimostrano, come una litania, come una paranoia, perché è qualcosa di più grande di me e la fatica è enorme e necessito di tutta la mia energia.

In ultimo, la mia piccola Dao da qualche tempo ha una terribile paura del buio. Ha sempre avuto paura del buio ma ora l'ha focalizzata davvero e la sua non è più la paura di una bimba di due anni ma quella di una bimba di quattro e con l'età la paura è cresciuta.
la conseguenza è che appena può di notte corre nel lettone e di giorno chiude porte e usci socchiusi che fanno intravvedere, di là da essi, il buio.
Ha paura, paura vera.

In questi giorni di sue vacanze scolastiche non ha mai trascorso un'intera notte da sola nel lettino e dopo innumerevoli tentativi di farla riaddormentare o di tranquillizzarla, purtroppo, siamo costretti a soccombere lasciandola salire in questo benedetto lettone perché davvero non si può stare svegli tutta la notte.

io sono contraria ai bimbi sul lettone, bisogna che dormino nel loro lettino perché si sta più comodi, perché ci si da spazio, perché loro hanno dei limiti e questi limiti sono anche qualcosa fra mamma e papà in cui non possono interferire.
E invece la mia tatolina compare in ogni istante con i lacrimoni e quel faccino dolce, o con i suoi singhiozzi di vera paura a costringerci a rivedere ogni teoria e ad abbracciarla per calmarla, solo per questa notte, solo per questa notte.

La cosa che stupisce è che lei, quando razionalizza, vuole davvero dormire da sola. Chiede la lucina, chiede la musica, si "predispone" dicendo farò così e farò cosà, e lo dice seriamente... ma poi, quando è buio, ricade in questa angosciante paura.
Non c'è niente nel buio ma lei ha 4 anni e vede tutto e questa paura passerà senza i miei ragionamenti, le mie rassicurazioni e le mie parole. Passerà quando sarà più sicura di sè, quando qualcosa dentro di lei, indipendente da me, le consentirà di farcela.

Ho guardato decine di libri per l'infanzia sull'argomento ma nessuno va bene perché lei non "racconta" questa paura,non sa spiegarla, non dice ciò che vede a parte nominare il Lupo, ma in questi libri, molti straordinariamente belli, la paura ha volti e suoni e, praticamente sempre, se non corrisponde alla sua paura si rischia che la vada ad alimentare.
In pratica, non riescirebbe a cogliere il "superamento della paura" ma solo qualche nuovo timore che magari fino ad ora non prova.

Bisogna attendere dandole gli strumenti per crescere.
Per ora continuiamo imperterriti a farla addormentare nel suo letto e di notte a farla restare lì fino al limite in cui è necessario dormire per mantenere un minimo di benessere psico fisico. Poi si vedrà. Conto nel rientro a scuola che di certo la stancherà più che stare a casa e quindi le donerà ore di sonno più profondo.
So che sarebbe felice anche lei di farcela a dormire tutta una notte da sola, dobbiamo continuare ad insistere e, daltronde, fino a due mesetti fa davvero non si presentava questa situazione...

Oltre a questo, ora è uscita la RABBIA. la rabbia vera. Si arrabbia come tutti adulti e bambini e sfoga la sua rabbia. ma mentre da più piccola lo sfogo era limitato ora si esprime "meglio" quindi fa i pugni, le linguacce, dice "sei cattiva" e, all'occorrenza, da pugni contro il colpevole che spesso sono io.
Sta bene attenta a non colpirmi quindi magari se ho la borsa colpisce la borsa, oppure mi sfiora, oppure mi colpisce per poi rinforzare con un rimbrotto e girarsi che non regge lo sguardo...

eppure c'è sta rabbia da gestire.
Quando è in casa è tutto più semplice perché tendiamo a mantenere la calma e dopo qualche istante lei "rientra". Dopo c'è il tempo di farle la ramanzina o approfondire che non si dice sei cattiva alla mamma, non si picchia, non si buttano a terra le cose.
Ma fuori casa è difficile perché vai a spiegarlo agli estranei che stiamo vivendo questo momento di rabbia...

siamo stati in libreria qualche giorno fa. voleva centomila libri e io, non vista, gliene ho preso uno fra quelli richiesti intenzionata a farle una sorpresa a casa, e poi le ho sempre detto NO a tutti perché eravamo in libreria per comprare un libro ad un'amichetta.

Ad un certo punto è uscita la Rabbia. Ha iniziato a dare pugni alla borsa e io a dirle che capivo la sua rabbia e che condividevo il fatto che la sfogasse anche se purtroppo ciò non avrebbe cambiato la situazione e io non le avrei preso nessun libro.

Ha continuato fino a che era ora di uscire e non riuscivo a rimetterle le giacca. Ovviamente arriva sempre in soccorso qualche estraneo che lei tratta malissimo nel mezzo di questi impeti di rabbia aggiungendo alla rabbia la maleducazione... quindi con fare molto deciso l'ho rivestita e siamo usciti.

Appena fuori ha continuato perché non riusciva più a cambiare atteggiamento, ovviamente aveva smesso di dare pugni alla borsa da tempo ma continuava a fare l'arrabbiata... quindi mi sono abbassata e ho tirato fuori dalla borsa il libro. Si è girata con un rimbrotto facendo GRRR... e incrociando le braccia... io sono stata lì in silenzio e lei dopo qualche secondo ha abbassato la testa e mi ha detto: SCUSA!

Al che l'ho abbracciata e in quel momento non era necessario fare niente altro ma lei si è messa a piangere e ha pianto per strada tutto il tempo con un singhiozzo lento e triste perché dopo l'ira c'è sempre il rammarico.

Insomma, siamo in fase di crescita e non possiamo fare altro che tenerla per mano. Come sempre.