laurea

laurea
xx

domenica 19 aprile 2015

crescere

La mia Dao sta crescendo e ciò mi emoziona moltissimo.

Adesso, quando è al parco giochi, non si avvicina disinibita a qualsiasi bimbo per giocare insieme ma è piuttosto intimidita e aspetta semmai qualche aiuto per approcciarsi con qualche bambino sconosciuto.
A volte, con gli estranei, è un po' timida mentre prima era sempre subito socievole e, se si offende perché è accaduta una qualsiasi sciocchezza con le sue amiche di scuola, impiega un po' di tempo per elaborare ciò che è accaduto e per trovare il coraggio di riinserirsi nel gioco in corso.
Insomma, sta creando dei filtri che non c'erano quando aveva due anni o tre e che denotano che sta crescendo ed aumenta il suo grado di consapevolezza.

Certamente in parte mi dispiace. La mia tata duenne è rimasta così piccola per troppo poco tempo e io avrei voluto assaporare ancora di più ogni istante con lei.
Ora, a quattro anni, è ugualmente un amore e ugualmente mi piace da impazzire ma sento forte questa sensazione del tempo che passa troppo velocemente mentre io resto qui, ancora abituata al suo pannolone che lei neanche ricorda più, al suo biberon che dovrei ritirare prima o poi, e a quei libricini di cartone che abbiamo consumato a forza di leggerli.

E intanto lei cresce e non si ricorda che l'anno scorso siamo andati insieme alle sue amiche alla fiera del paese, non si ricorda di quando aveva fatto gli gnocchi con me e il suo cuginetto o di quella volta che siamo andati al parco avventura...
Sembra che lei rinnovi le sue cellule del ricordo ogni cinque o sei mesi e sempre mi ritrovo una bimba nuova, che amo sempre di più, che sempre di più cresce e sempre di più si allontana da me, un passo, due passi, un metro, dieci, cento...

E mentre sono fiera di vederla sicura lontana da me e desidero quello, dall'altra parte vorrei averla sempre vicina vicina, piccola, da accudire, perché io non mi sono rinnovata in sei mese, io ricordo ogni secondo e sono pronta a rivivere tutto perché sono stati i momenti più belli della mia vita.


Mi dispiace non potere avere un figlio dalla mia pancia. Mi dispiace perché lo farei con comodità senza dovere essere psicoanalizzata e valutata, senza dover andare in giro per mezza italia a parlare con burocrati ed enti, senza dovere prendere un aereo e andare dall'altra parte del mondo dilapidando qualsiasi tipo di risparmio potessimo mai avere accumulato. Avrei un altro figlio con i tempi corretti della vita e, soprattutto, mia figlia avrebbe un fratello e non sarebbe sola quando noi saremo anziani.

Oppure, ancora di più. mi piacerebbe avere un figlio adottivo velocemente, comodamente come si fa con un figlio che nasce dalla pancia. E rivivrei tutte quelle splendide emozioni dell'incontro, del legame forte con un'altra cultura, e questo stupirmi ogni giorno di come sia così diverso da me eppure così uguale.

Ma riuscire ad adottare un figlio è molto faticoso e adesso sono più stanca e, soprattutto, lo è mio marito e anche solo accennare ad un altro figlio è impossibile.

Per me, invece, sarebbe bello. A volte sono assalita dalla paura quando penso a mia figlia da sola, da adulta. Invece un fratello è comunque sempre un pezzo di famiglia che esiste anche con genitori anziani o morti.
E poi sarebbe bello perché potrei togliermi l'ansia della fine di questo periodo dell'infanzia di mia figlia, un periodo per me meraviglioso in cui gioco e leggo e vivo emozioni da bambina e le trovo magnifiche.


In questi giorni sono così, avvolta in questi pensieri, mentre per il resto cerco di fare passare senza straschichi le ore al lavoro che sono per me complesse, quasi dolorose, e mi rendo sempre più conto di cercare di avere tempi completamente diversi da quelli che vengono richiesti perché mi rendo sempre più conto che non è corretto, che la scelta giusta e il lavoro giusto avviene con il tempo, un po' di più di quello che ho a disposizione.
E poi l'orto.
Quest'anno che finalmente ho tempo di farlo mi sembra di impazzire di gioia! Ho già piantato di tutto, anche a costo di dovere risemisare i fagiolini perché non ho atteso a sufficienza, ma starei ore in quella terra a togliere erba, piantare piantine, seminare o raccogliere fiori, erbette, o dondolare la mia piccola alla quale abbiamo regalato un'altalena, sotto ad un melo che sta per fiorire.
L'orto mi piace, come leggere e come l'arte.
E ciò che non potevo prevedere è che non mi smentisco perché tutto questo mi piaceva ugualmente quando avevo 10 anni.
Insistevo con mio papà che mi desse un pezzo di terra in cui coltivare qualche pianta o seminare fiori, amavo capire di quadri e guardarli e leggevo, leggevo, innumerevoli libri che sono fra quelli che ora non toglierei mai dalla mia libreria.
Che spero di svuotare.

Sono sempre al mio desiderio di svuotare la libreria. Ho iniziato a selezionare i primi libri...


E nel frattempo sto leggendo un bellissimo libro: Il ritorno delle gru di Trevanian. Un capolavoro.

3 commenti:

  1. E tanto intenso ciò che scrivi e lo sento tanto anche mio...

    RispondiElimina
  2. Cara Plo, quando capivo ancor meno di quel poco che capisco adesso di bambini, pensavo che fossero "belli" fintanto che rimangono piccoli ma vedendo crescere Matteo mi sono totalmente ricreduta: il bello arriva man mano che crescono e si rivelano per quello che pensano, che vogliono, che amano e odiano. Continuano ad aver bisogno di noi ma si dimostrano altro da noi ed è un privilegio osservarli mentre questo miracolo quotidiano accade. Bisogna solo dar loro modo di esprimersi. E ad un certo punto non si ha più il tempo di pensare a quello che sono stati perché ciò che sono ci travolge, solo, ogni tanto di capiterà di raccontare alla tua piccola di quando faceva quella tal cosa e la vedrai sorridere incuriosita e domandarti silenziosa "racconta, racconta ancora" e tu ricostruirai continuamente la sua storia, un pezzettino alla volta e lei capirà di esser stata amata dal primo momento.
    Tra un po' ci racconterai dei primi pensieri "pensati" dalla tua Dao e l'emozione ti soverchierà, poi ti domanderai cosa fare al riguardo e allora sarà il dubbio a tormentarti e in tutto quest bellissimo pensare non avrai più molto tempo per pensare a quello che è stato.
    Anche io sono molto preoccupata per il fatto che Matteo sia e rimarrà figlio unico, non ho problemi fisici che mi impediscono una seconda gravidanza tuttavia ritengo di non avere più l'età giusta per diventare madre e rischiare di mettere al mondo un bambino malato. Magari esagero col pessimismo ma proprio non me la sento di rischiare. Speriamo bene...
    Buon orto e a presto.

    RispondiElimina
  3. Carissima Plotina,
    sono davvero sorpresa di quello che ho letto in questo post.
    Hai dato voce ai miei pensieri. Sono mamma da 2 anni di Benedetta Thanh, una meravigliosa mandorlina di quasi 3 anni. Il tempo con lei vola... Cresce in un battito di ciglia. E io mi interrogo sul suo futuro da figlia unica. Per me lei e' il mio tutto. Ma io ho dei pensieri.... Che cresca senza un fratello o una sorella (che per me sono figure fondamentali) e poi che io ho voglia di rivivere tutto: l'incontro, la crescita del legame, la nostra storia.. Un altro passeggino da spingere, body da allacciare tra le gambe, pannolini da cambiare.. Tuttavia penso che queste non siano le motivazioni giuste per una seconda adozione. Si adotta per un solo motivo: il desiderio di un figlio. E io forse adesso non ce l'ho, perché ho lei che appaga ogni mio sogno. Certo pero' che immaginarmela figlia unica mi fa malissimo...
    Leggerti mi ha fatto sentire meno sola nei miei pensieri.
    Un abbraccio

    RispondiElimina