laurea

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xx

giovedì 20 febbraio 2014

Ricordi e realtà.

UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!


Questo è un urlo. Il mio urlo.
L'urlo di una donna di 40 anni che si è messa in un bel pasticcio, quello di laurearsi.

Io non ce la faccio più e questa volta sento che davvero la sfida è al di sopra delle mie possibilità.
Continuo a pensare a questa laurea come ad un'ossessione, ogni momento in cui faccio altro (a parte quando sono con mia figlia) vorrei studiare e mi ritrovo in alcuni giorni a non aprire neanche un libro perché tutto "l'altro" è vitale o indispensabile.
Non riesco a ricavare tempo per lo studio se non dopo le 21.00 in cui sono stanchissima e non capisco più niente di quello che leggo.
Inoltre, non so cosa devo fare, non so come si faccia una tesi, non so cosa scriverò, come la imposterò, come si fa.

Ho incontrato la ditta della quale vorrei parlare nella parte del focus dedicato all'azienda che ha un bel museo aziendale, mi stanno arrivando tutti i libri ordinati che non so neanche più io cosa ho ordinato, sto cercando di studiare ma non capisco un tubo. Non so come si fa, non so cosa si deve fare.

Ho ragionato sul fatto che per giugno è impossibile sostenere la tesi. Se anche per qualche strano miracolo io riuscissi a leggere tutti i testi che ho recuperato entro metà marzo (il che è assolutamente impossibile), dovrei comunque ancora scriverla e la prof dovrebbe avere il tempo di leggerla e correggerla. Se presento la tesi a giugno per maggio deve essere caricata nella procedura on line e io non ce la posso fare.
Quindi sarà la sessione di settembre come per altro la prof aveva suggerito con il suo fare arrogante ma è indubbio che ne sappia più di me.

Detto questo non cambia molto perché io ci penso in continuazione e quando in un giorno non ho neanche aperto un libro mi sento molto frustrata e, in questo periodo, divento tristissima.

Ho un peso addosso che non riesco neanche ad esprimere...

Poi vorrei parlare dei festeggiamenti per il primo anno con la mia bimba, siamo andati a Napoli e abbiamo incontrati alcuni amici che hanno condiviso con noi la lunghissima attesa adottiva e anche loro ora sono genitori con i loro splendidi bambini.
Vorrei parlare dell'emozione che mi assale quando rivivo il momento dell'incontro, un anno fa. Tutto il viaggio in pullmino con partenza alle 5 di mattina con me emozionata che sentivo già nella pelle la morbidezza di quella di mia figlia ma mai avrei immaginato che sarebbe stata così profumata, delicata, vellutata.
Ero così assolutamente e totalmente felice! Stavo andando da mia figlia e tutto da quel momento avrebbe avuto un senso, e tutto da quel momento ha avuto un senso.
Quando l'ho vista è stato come uno squarcio nel cielo. Mia figlia è diventata carne della mia carne, fiato del mio fiato, sangue del mio sangue in un'osmosi d'amore incredibile da descrivere per chi non ha vissuto un analogo momento.
E' avvenuto come ho sempre pensato, che lei non è solo il destino di un incrocio di milioni di spermatozoi e decine di ovuli generati e generanti in due persone amanti, ma è quello di milioni di spermatozoi e ovuli in tutto il mondo, e lei e solo lei doveva essere mia figlia.
Non è destino, è la vita. Niente di più semplice.
E' la bimba che tutto il mondo mi ha affidato ed è un incrocio ineguagliabile di eventi che ci lega ancora più che se fosse "solo" nata dalla mia pancia.

Ogni giorno amo questa bimba di più e di più, la amo così tanto che non voglio disturbarla con il mio amore, che voglio vivere per accudirla, che voglio che possa essere felice ogni istante anche a costo di starmi lontana. Vederla vivere, imparare a parlare, correre, ballare, cantare, è più di ogni altro evento meraviglioso io possa godere durante la giornata, è come il mio proseguo, è solo straordinariamente essere mamma.

Essere mamma è il compimento del donare.

Ho il rimpianto di avere vissuto quel giorno solo per 24 ore, meritava di durare almeno 78, rivivendo sempre gli stessi eventi. Quando l'ho toccata la prima volta, quando le ho messo il braccialetto con il sonaglio, quando guardava il gioco luminoso che le abbiamo portato, quando le ho messo il vestino rosso, quando soffriva il pullman e l'ho cambiata 3 volte in 5 ore e aveva paura di mio marito e per poco non si sfracellava la testa a terra per divincolarsi quando lui ha cercato di prenderle la mano.
E poi nei giorni successivi quando ha iniziato ad amarlo, e quando mi ha detto per la prima volta mamma, e quando ha detto SCARPA la sua prima parola in italiano, e la prima cena insieme in cui mi sentivo di averla sempre avuta con me, in cui ero finalmente me stessa, finalmente mamma.

La mia bimba adorata.

E questo anno è volato, un anno meraviglioso con solo questo cruccio dello studio che mi impegna oltre il lavoro, oltre il tirocinio, oltre tutte le faccende domestiche, oltre a tutto ciò che già "devo" fare. Non ci sta dentro questa tesi e non so come fare,ho davvero voglia solo di una vita normale, che già il lavoro sarebbe a sufficiente e invece fra tesi e tirocinio è davvero dura.

Non mollo ma questa volta sono davvero in difficoltà.



lunedì 3 febbraio 2014

ES MUSS SEIN

In questo mio diario on line voglio solo scrivere una nota:

febbraio, marzo, aprile: scrivere la tesi
maggio: consegnare la tesi
giugno/luglio: discutere la tesi.

Ancora 3 mesi, 3 mesi in cui lo scrivo perché lo farò, darò tutto quello che ho, come per ogni esame e ancora di più. Non risparmierò un soffio di energia per questa tesi a costo di non dormire di notte, non mangiare per studiare e di non stare a sufficienza con la mia bambina.
Come sempre dovrò fare dei sacrifici e forse questa volta più del solito perché la professoressa è molto difficile, l'argomento è vasto, io non ho mai scritto una tesi e adesso c'è mia figlia.
Ma, io ce la metterò tutta.

E quel giorno in cui la consegnerò, da quel benedettissimo momento, siccome non me ne strafregta niente di discuterla e non sono una persona timida e conto di arrivare preparatissima dell'argomento più di quei 4 babbioni dei miei professori, io avrò finito, finito, finito questo estenuante percorso. Che rifarei mille volte, s'intende.

L'immagine che non mi esce dalla testa, da anni, sono io che esco dall'aula e fuori ci sono mio marito e mia figlia (e non sapevo sarebbe stata la mia meravigliosa cucciola!).

...ultimamente sto però iniziando a gustarmi l'immagine della piccola che, nel bel mezzo della discussione si mette a urlare: Adda (guarda) mamma!
questa mi piace ancora di più... mi sa che la farò entrare...

un ultimo sforzo prima del compimento del sogno...
forza forza forza.
e ora vado a studiare.