laurea

laurea
xx

mercoledì 29 settembre 2010

Es muss sein (deve essere...)

Una mia collega ha sbadierato per anni, a destra e a manca, la sua ferma convinzione di non avere figli.
Di fronte a qualsiasi collega o amica con pargoli, esprimeva le peggiori considerazioni in relazione alla piattezza della vita che avrebbe avuto con dei bimbi, al fatto che lei non sopportava i bambini e al fatto che non capiva perchè tutti si intestardissero a fare figli.
Anzi, sottolineava con vigore quanto fosse banale e insensata la vita con un figlio.

A me non l'ha mai data a bere perchè chi afferma così tante sciocchezze tutte insieme, alla fine nasconde ben più profondi disagi a riguardo.

Secondo me chi non vuole avere figli non ha bisogno di farne alcuna pubblicità, né si gira dall'altra parte quando vede un bambino. Semplicemente, vive la propria vita serenamente e non inserisce nei propri progetti un bambino.

Sono quelle persone che riescono a non avere incidenti di percorso con gravidanze inattese e che sono in genere molto impegnate con progetti o studi o forti obiettivi personali che non includono un figlio.

Non c'è bisogno di denigrare chi desidera o ha un figlio se non lo si desidera... sarebbe un po' come denigrare una persona che mangia il gelato in un momento in cui noi non ne abbiamo assolutamente voglia! Oppure dire che il gelato è uno schifo perché noi non lo mangiamo mentre un altro lo sta mangiando.

Ieri sera la mia amica mi ha chiamata da lei per dirmi che... attendeva un bimbo!
E che oltretutto non è neanche capitato per caso ma che, negli ultimi mesi aveva cambiato idea e così avevano deciso di provare ad averlo.

Siccome per tutta la vita ha sempre detto che non l'avrebbe desiderato, ovviamente è rimasta incinta al secondo tentativo!

Sono chiaramente molto contenta per lei che sarà sicuramente una splendida mamma.
Ma ieri sera, mentre tornavo a casa, mi chiedevo perchè diavolo la vita debba fare tutti sti giri tortuosi e dare subito il bimbo ad una donna che ha avuto forti dubbi per tutta la vita e a non farlo vedere neppure con il binocolo a me che invece lo sto cercando in tutti i modi.
Questo è il discorso più sciocco che si possa fare, ma è praticamente impossibile non porselo in alcune occasioni.

Per fortuna non c'è un limite massimo di bambini da dispensare nel mondo per cui mi auguro che lei abbia presto il suo bimbo e magari anche un altro in seguito e che a me, prima o poi, arrivi il mio.

Arriverà ben il mio turno... prima o poi...

...ma ecco qui l'inghippo... la causa di tanta tanta tristezza...

La domanda è: ma chi l'ha detto che debba esserci un "mio turno"?
...chi l'ha detto?

Come al solito... speriamo.

martedì 28 settembre 2010

Si ricomincia

Si ricomincia, per l'ennesima volta si ricomincia.
Questa volta ricomincio il mio blog perché ho scoperto che mi piace scrivere un blog, mi piace conoscere persone nuove attraverso il blog, mi piace comunicare in questo modo.

Innanzitutto, mi piace questo spazio così intimo ma anche così sociale e mi piace quando ricevo i commenti di chi condivide o meno il mio percorso, perché così ci si sente meno soli.

A volte nella vita di tutti i giorni si vivono ore accanto a persone delle quali non si sa neanche lontanamente cosa passa nel cuore, invece in un blog, se è sincera la persona che scrive, si va diretti al punto.
E a me piace di più.

Questo è il mio nuovo blog quindi, e non sono dispiaciuta di lasciare quello precedente (mammasidiventa.blogitaly.net), pieno di pubblicità e assolutamente impossibile da usare tanto che, spesso, non consentiva neanche di scrivere i commenti!

Mamma in divenire nasce per raccontare la mia esperienza di mamma adottiva che sta cercando di raggiungere suo figlio.
Il percorso adottivo, per ora, è veramente un'impresa durissima.
Questo percorso non trasforma questo periodo della mia vita in un pessimo momento e questo perché è possibile, con un po' di impegno, trovare molti aspetti assolutamente positivi.

Prima di tutto: le amicizie che si creano durante il percorso. Sono tante e preziosissime, dei doni elargiti per sopportare l'attesa.

Questa attesa che poi non deve mai diventare un'ossessione. E non lo è.
Per capirla bisognerebbe provarla e non lo auguro a nessuno. Comunque, è fatta di vita vera, di momenti bellissimi o bruttissimi a vivere la propria vita ma con un pancione che vediamo solo noi e che quindi per lo più non viene condiviso con gli altri.

Il problema è proprio questo, che il pancione di una mamma adottiva non si vede...
E così ci si ritrova a camminare barcollanti per le strade, a essere molto stanchi per il peso da sopportare, a pensare a quando uscirà questo bimbo... e a sentirsi soli perché questa attesa è difficile da condividere con chi non vede. Anche quando sentiamo che il pancione è grande, grande, troppo grande...

E così io scrivo, qui nessuno lo vede il mio pancione, ma ci penso io a dire che ce l'ho.